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Priorità II. Transizione ecologica e resilienza

L'azione sostiene investimenti non produttivi di pubblica utilità finalizzati alla prevenzione del rischio idrogeologico, alla sistemazione, al recupero e alla difesa del territorio con metodologie e tecniche rispettose del patrimonio naturale esistente.

Con la partecipazione al bando "Interventi di sistemazione idrogeologica di situazioni di dissesto in ambito montano, collinare e ripariale, finalizzati anche alla resilienza dei territori", rivolto ad interventi da realizzarsi in aree protette e Siti della Rete Natura 2000, l'Ente è risultato beneficiario di un contributo di € 500.000,00 per la realizzazione dell'intervento denominato "Lavori di ripristino situazioni di dissesto e miglioramento della sentieristica nell'area regionale del Parco Naturale La Mandria".

Gli interventi di resilienza dal dissesto idrogeologico previsti nel progetto si collocano all'interno dell'area regionale del Parco naturale La Mandria e sono rivolti alla sistemazione (anche preventiva) di:

  • ripristino di versanti;
  • sponde di corsi d'acqua;
  • erosione superficiale;
  • messa in sicurezza viabilità;
  • costruzione, protezione, recupero e miglioramento di ambienti naturali e seminaturali interessati da fenomeni di esondazione, erosione spondale e di fondo alveo, trasporto di masse e flussi detritici.

Quasi tutti gli interventi riguardano attività di ripristino o di resilienza dei dissesti della rete stradale all'interno del parco. Ciò si tradurrà in una riduzione delle emissioni in atmosfera, in quanto l'azione preventiva comporta un dispendio di risorse ed energetico decisamente inferiore a quello richiesto per la costruzione ex-novo di qualsiasi manufatto.

Localmente si produrrà uno sviluppo della rete stradale e sentieristica all'interno del parco per incrementare la fruizione di alcune aree al momento non accessibili o consentire l'accesso in occasione di eventi di piena.

Il progetto produce minimi ambientali in quanto ricorre ad un uso massiccio delle tecniche dell'ingegneria naturalistica. La peculiarità di tali sistemi sta nel fatto che le opere risultano essere "vive", conseguentemente all'accoppiamento di specie vegetali con i materiali inerti affinché le caratteristiche prestative di questi ultimi vengano rimpiazzate, a fine vita, da quelle naturali. In particolare, l'uso delle tecniche dell'ingegneria naturalistica permette in primo luogo di mitigare gli effetti sull'ambiente circostante (in questo caso molto delicato in quanto ci si trova all'interno di un'area protetta) data l'origine naturale di molti materiali ed in secondo luogo di assorbire gli agenti inquinanti e fornire aria pulita al seguito dell'azione delle piante. L'impiego dell'ingegneria naturalista, difatti, limita l'utilizzo di materiali edili che producono un forte impatto sull'ambiente relativamente alla loro produzione e al contempo delle risorse finanziarie legate alla manutenzione, in quanto la parte naturale ne prevede poca. Infine, la frazione vegetale contribuisce alla riduzione dell'inquinamento atmosferico, di fatto trasformando l'intervento da un'opera "statica" ad una "viva".

Tali aspetti saranno evidenziati mediante l'apposizione di una o più bacheche all'interno del parco per rendere visibile alla collettività quanto finanziato.

Il progetto è stato redatto in ottemperanza alle prescrizioni dei pertinenti Criteri Ambientali Minimi (CAM), dei principi di Do No Significant Harm (DNSH) nonché assoggettato alla procedura di valutazione dell'immunizzazione o resa a prova di clima, processo che integra misure di mitigazione dei cambiamenti climatici e di adattamento ad essi (cd. Resilienza climatica) nello sviluppo di progetti infrastrutturali.

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